Spending review: Se 280.000,00 euro vi sembran pochi! Perché si è salvata la Covip
La Covip, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare, soppressa nella prima versione del decreto legge 95/2012, è stata poi ripescata e rimessa in vita con la farsesca motivazione che la sua soppressione avrebbe comportato un risparmio di “soli” 280 mila euro annui, un’inezia, una pinzillacchera, come avrebbe detto Totò.
Ai più la cosa è passata inosservata senza fare né caldo nè freddo. Non tutti sanno che esiste una Covip e molti di quelli che sono informati della sua esistenza, hanno un’idea approssimativa dei suoi compiti. Nella legge di conversione del decreto legge 95/2012 è stato eliminato il neo costituito Ivarp, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale e riportata in vita la Covip, probabilmente perché ci si è accorti che essa svolgeva un ruolo importante ed autonomo non riconducibile alla Banca d’Italia. La motivazione ufficiale addotta è che avrebbe comportato un risparmio di “soli” 280 mila euro annui.
Poiché è stata un’operazione ad impatto mediatico zero, la cosa è passata inosservata, tranne che per gli ambienti specialistici del settore della previdenza complementare, neppure un articoluccio contro, neanche da quei giornali e dai politici che della battaglia anticasta si sono creati una bella rendita di posizione contribuendo, in modo giusto o sbagliato che sia, a creare un mondo drasticamente diviso in due: da una parte i reprobi da castigare, ( i politici in genere), tutti ladri, profittatori e corrotti, dall’altra i puri di cuore e nelle azioni ( la c.d società civile).
Infatti nello stesso periodo la stampa ed i media in genere si sono occupati con dovizia di particolari, fra uno smodato rullare di tamburi, la notizia del dipartimento della Funzione Pubblica che dalla riduzione delle auto blu si era ottenuto un risparmio di 280mila euro, si spera annui e non una tantum. A parte il fatto che 280 + 280 avrebbe comportato un risparmio di 560mila euro, , visto che si è dovuto ricorrere anche alla riduzione del valore del buono pasto di qualche ministeriale magari da 8 euro per portarlo a 7, pur di raschiare il barile, il risparmio di soli 280mila euro non è una cifra proprio insignificante !
La differenza sta proprio nel differente impatto mediatico, nel colpire i cosiddetti privilegi della casta ( naturalmente quelli veri di tutte le caste, che vanno colpiti) si va giù a testa bassa senza filosofeggiare troppo. Poiché tutti noi ci affanniamo e sudiamo nel tentativo di trovare parcheggio o un mezzo pubblico, l’idea di infliggere la stessa sofferenza a chi ci governa è troppo ghiotta, tranne poi a rendersi conto che i governanti continuano a scorazzare indisturbati con sirene spiegate e guai a chi non si sposta in tempo e quelle che sono state soppresse magari sono le autentiche “macchine di servizio” utilizzate realmente per fini pubblici, come ad es. le macchine delle forze dell’ordine. Ma torniamo a noi e alla previdenza complementare senza ulteriori divagazioni.
L’IVARP, è durato un paio di giorni e chissà se un giorno se ne riparlerà, io penso che persa l’occasione, la pratica sarà definitivamente archiviata. Quindi a tutt’oggi abbiamo un ente, filiazione della Banca d’Italia che controlla le Compagnie d’assicurazione e la Covip che vigila sui fondi pensione integrativi che se sono “fondi aperti” o “Pip” possono essere stati creati da compagnie d’assicurazione, come la legge lo consente. Per cui si vede subito che probabilmente l’idea di fondo che portò alla intuizione dell’IVARP non era né peregrina, né sbagliata, ma corretta.
Quello che non convinceva era la sua governance che di fatto ne faceva una succursale di Bankitalia, oltre a consolidare l’invasione dei tecnocrati in tutti gli snodi della vita sociale, anche quelli a sfondo rappresentativi, dietro il paravento della “competenza specifica” o tecnica. Ma certamente hanno concorso dinamiche diverse per la sua soppressione.
Ora tutti felici, me compreso che la Covip sia rimasta al suo posto, allora essa deve fare un ulteriore passo per una più profonda integrazione con i consimili organismi europei, perché a meno di un impensabile e non augurabile implosione dell’Ue, con l’aumento dei lavoratori trasfrontalieri, bisognerà creare linee guida di riferimento uguali per tutta la zona euro, a 17 o a 27 membri. Visto che è stata salvata, in definitiva ora bisogna dotare la Covip di tutti i mezzi necessari per potenziarla.
Camillo Linguella